La retina dell'occhio - seconda parte

(...)

Quando, in condizioni di luce scarsa, vengono impegnati prevalentemente i bastoncelli, si determina una minore acuità visiva e un rallentamento dei riflessi: tutti gli automobilisti sanno che, al crepuscolo, non solo tutte le vacche sono grigie ma anche che individuare un cane che attraversa una strada è più difficile, e che ci vuole più tempo per capire se si tratta di un cane, oppure di una tigre del Bengala.

(…) In realtà, quando ce n'è poca, la luce, per essere percepita, ha bisogno di trovarsi una retina più sensibile. La sensibilizzazione della retina alla luce avviene attraverso un processo di modificazioni fotochimiche che, probabilmente, costituiscono una specie di integrazione di energia. Questo dispendio di energia diminuisce l'acuità visiva ( che è la capacità di distinguere due punti ravvicinati, posti a una certa distanza) e rallenta i tempi di trasmissione dei segnali dalla retina al cervello. I coni, per essere attivati, hanno bisogno di una maggiore quantità di energia. Questo perché sono collegati una sola volta con le cellule gangliari e queste, per "sentirlo" (visto che proviene da coni singoli), hanno bisogno che il segnale sia davvero forte. In questo modo, il segnale non viene "disperso" come avviene, invece, con i bastoncelli. Per cui. L'acuità visiva è maggiore. Più su vi dicevo che, quando arriva una minore quantità di energia, i bastoncelli, oltre a diminuire la loro acuità visiva, rallentano i tempi di trasmissione dei segnali.

Avrete notato che, quando vi infilate al cinema in una bella giornata di sole, ci vuole un bel po' di tempo, prima di riuscire a individuare una poltrona libera: l'occhio ha bisogno di adattarsi all'oscurità, cioè di passare - per dirla con parole di lusso - da una visione fotòpica ( che impegna i coni) , a una visione scotòpica ( che impegna i bastoncelli) . Questo processo di adattamento si realizza nel giro di pochi minuti, per quanto riguarda i coni, mentre, per i bastoncelli, ci vuole un'ora e più.

(…) Durante l'adattamento, nella retina si rigenera una sostanza fotochimica, la rodopsina, che ha la funzione di sensibilizzare alla luce i bastoncelli. Questa sostanza, infatti, durante la visione fotopica (cioè, quando c'è molta luce), si sbianca, rendendo meno sensibili i recettori, e ha bisogno - quando luce ce n'è poca - di essere rigenerata. I coni, invece, vengono attivati da un'altra sostanza, la iodopsina. Mentre la rodopsina non è selettiva, cioè non è capace di assorbire se non un certo tipo di luce, la iodopsina lo è. Infatti, riesce a selezionare diversi tipi di luce, cioè i colori. Queste due sostanze, all 'incirca, funzionano come gli acidi delle pile, innescando una produzione di energia elettrica. I bastoncelli, dunque, prendono a funzionare solo quando sono stati sensibilizzati alla luce, da una quantità sufficiente di rodopsina. Ma i bastoncelli, rispetto ai coni, dispongono, come sappiamo, di una acuità visiva molto ridotta: ecco perché, durante la proiezione del film, in una sala cinematografica, non vedrete mai nessuno leggere il giornale.

(T. Casula, Tra vedere e non vedere, 1981, Einuaidi, pagg. 26, 28).

 

Interpretazione del testo - parole chiave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Collega tra di loro con una freccia:
rodopsina
iodopsina
bastoncelli
coni
  • Completa mettendo SI' o NO:
coni      
bastoncelli      
  sensibili ai colori funzionano al buio la loro sostanza si rigenera

 

 

Note

  1. acuità visiva: capacità di distinguere due punti, posti ad una certa distanza.
  2. riflessi: tempo necessario per reagire ad uno stimolo. Torna su
  3. modificazioni fotochimiche: trasformazioni di sostanze in altre causate dalla luce.
  4. intregrazione di energia: aumento di energia. Torna su
  5. adattamento: quel periodo di tempo in cui l'occhio si riposa, con il sonno, o con lo stare all'oscuro.
  6. sostanza fotochimica: sostanza che è in gradoi di trasformarsi in un'altra a causa della luce. Torna su

 

 


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