LA NOSTRA ESPERIENZA SUL FIUME SILE
Si
parla spesso di “ fare scuola “ in modo creativo,
avvicinando i ragazzi alla realtà, facendola vedere e toccare,
sperimentando, verificando e confrontando i risultati, deducendo
ed elaborando.
Con
questa attività è stato “ visitato “ il Sile, alla
scoperta della sua anima vitale: l’acqua. Successivamente
osserveremo lo scenario che vi si specchia: le strade curve tipiche
medioevali, le case dai barbacani che lambiscono le sue rive, i
ponti, gli alberi sulle rive, le piazze, la gente.
Siamo
testimoni di un’epoca di grandi trasformazioni ed evoluzioni.
La scienza avanza a grandi passi e viviamo ormai in un mondo dove
tutto è meccanizzato ed automatizzato.
Con
questo lavoro, dall’apparenza meramente scientifico, c’è il
desiderio di tornare alle origini, all’amico fiume, un crogiuolo
di arte, natura, tecnica e civiltà.
La scuola si è accostata
alla natura con un impegno creativo. Il risultato è raccontato in
queste pagine. LA
NOSTRA ESPERIENZA SUL FIUME SILE
E’ stato
proposto agli alunni la conoscenza approfondita e scientifica di
una realtà geografica che appartiene alla storia, alla tradizione
e alla letteratura del trevigiano: il fiume Sile.
Questo
fiume è, per gli abitanti di Treviso, un simbolo. Esso è diverso
dagli altri fiumi. Nasce, infatti, quasi alle porte della città ma,
già nel suo passaggio cittadino, appare ricco di acque, profondo,
chiaro e silenzioso.
Generazioni
di trevigiani hanno passeggiato lungo le sue riviere tappezzate,
in primavera, dai petali degli alberi di Giuda o all’ombra
di secolari ippocastani; i bambini lanciano le loro barchette di
carta lasciandole andare con la corrente, fino a vederle sparire
dietro un’ansa.
I
canottieri amano risalirne il corso tra le sponde rinverdite dalla
pioggia, sotto i maestosi salici piangenti che spingono i loro
rami fino a toccare l’acqua.
Il
Sile attraversa la parte sud della città, penetrando nel centro
storico dal Ponte de Fero ed incontra a Ponte san Martino il primo
ostacolo: una centrale idroelettrica. Qui il fiume è frenato e
trattenuto per un secondo, il tempo necessario perchè esso possa
donare la sua energia. Subito dopo, tra un continuo ribollire,
le sue acque irrompono spumeggianti sul letto: in un attimo sono
già calme e chiare, pronte a ricevere quelle torbide del Siletto
e del Cagnan che confluisce nel Sile senza mischiare, per un certo
tratto, le sue acque con quelle più maestose e possenti del fiume
maggiore. Dante Alighieri immortalò questo fenomeno nella Divina
Commedia: “ …dove Sile e Cagnan s’accompagna…” (
Paradiso, Canto IX, Verso 49 ).
Dopo
Ponte Dante il fiume affronta la seconda centrale idroelettrica
ed esce dalla città dirigendosi lentamente verso la laguna veneta
dopo aver bagnato le cittadine di Silea, Casier, Casale sul Sile
e Quarto d’Altino.
Poi
la foce, con il Taglio del Sile, un canale costruito dalla Serenissima
per evitare che le sue acque potessero interrare la laguna.
Il
suo corso è ormai finito e a guardarlo non si direbbe che questo
fiume, così ricco di acqua, nasca da un paesino della provincia
prendendo vita da una serie di fontanili, di risorgive, che rappresentano
la sua sorgente rendendolo diverso dai fiumi tradizionali che vedono
le loro fonti in montagna ad altezze considerevoli.
Il
Sile, contrariamente all’indicazione di Plinio il Vecchio,
che lo fece derivare “ ex montibus tarvisanis “, nasce
a Casacorba, nel comune di Vedelago, in una zona ricca di risorgive,
a 17 chilometri ad ovest di Treviso.
Tralasciando
per ora il corso extracittadino, con questa attività sono stati
impartite le conoscenze di fisica, chimica, idrologia e geologia
ricavate dallo studio diretto.
Il
lavoro è stato suddiviso ed organizzato in tre fasi:
la
fase conoscitiva – geografica
la
fase operativa – sperimentale
la
fase deduttiva
FASE
CONOSCITIVA – GEOGRAFICA
Questa
fase comprende la conoscenza delle caratteristiche geografiche
del Sile considerato nel contesto geografico della provincia e
della città.
Gli
alunni hanno eseguito l’ingrandimento di cartine geografiche
della provincia di Treviso e della città allo scopo di evidenziare
il corso del fiume.
L’ingrandimento è stato
effettuato su dei fogli di cartoncino Bristol con i lati minori
incollati per ottenere un formato di 300x70 centimetri ( per il
foglio che doveva accogliere il corso del Sile in città ) e 300x140
( per il foglio destinato a ricevere il corso del fiume nella provincia
). Inoltre è stato utilizzato un foglio singolo ( 100x70 ) per
disegnare, sempre in scala adeguata, la sezione idrogeologica della
provincia di Treviso per evidenziarne la struttura del sottosuolo
( vedi figure 1-2 3 )
FASE
OPERATIVA – SPERIMENTALE
Questa
fase, particolarmente sentita ed importante, per la buona riuscita
del lavoro, è stata programmata con cura predisponendo il materiale
occorrente per effettuare le prove.
Sono
stati scelti due siti della città di Treviso, uno a monte e l’altro
a valle del centro abitato, particolarmente agibili e morfologicamente
idonei allo scopo e cioè con la presenza di un ponte. Questa condizione
ha permesso di misurare la larghezza del fiume e le relative profondità e
larghezza del ponte. I due luoghi prescelti sono il Ponte De Gasperi,
nei pressi delle poste e il Ponte Garibaldi.
La
fase operativa si è articolata in 4 tempi:
misura
della larghezza del ponte, che in effetti rappresenta il valore
dello spazio S nella relazione V = s/t nella quale V rappresenta
la velocità, s lo spazio percorso e t il tempo;
misure
delle distanze parziali effettuate sul ponte ( d1, d2, d3 … della
fig. 4 ) e delle profondità P1, P2, P3 …
Per
raggiungere questi obiettivi è stata adottata la seguente strategia:
con un pezzo di gesso sono stati segnati sul ponte, per tutta la
sua lunghezza, i punti 0, 1, 2, 3 4, 5 dei quali i punti 0 e 5
corrispondono alle due rive.
Con
una fettuccia di cotone colorato, lunga circa 15 m alla quale è stato
legato un grosso sasso a mo’ di zavorra, sono state rilevate
le varie misure delle profondità immergendola man mano e misurando,
con una cordella metrica, la parte della fettuccia bagnata. Per
questa prova sono state impiegate diverse fettucce di cotone in
caso di misure di profondità non crescenti.
misura
del valore del tempo t che entra a far parte della relazione
V = s/t ( velocità dell’acqua del Sile )
A tale
scopo sono stati usati alcuni oggetti galleggianti effettuando 5
prove, lanciando in acqua l’oggetto nel punto A ( figura 5
) e cronometrando il tempo impiegato dall’oggetto a giungere
fino al punto B.
prelievo di
alcuni campioni d’acqua che sono serviti ad analizzare
le caratteristiche chimiche del fiume e per rilevare eventuali
presenze di organismi animali
Serviranno
allo scopo 2 piccole bottiglie, provviste di tappi ermetici, alle
quali sono state applicate, dopo il prelievo, due etichette autoadesive
recanti le scritte del luogo, il giorno e l’ora del prelievo.
I
prelievi sono stati fatti intorbidando l’acqua nelle vicinanze
della riva a diversi orari.
Con
questa operazione è terminata la fase operativa. I dati e i campioni
sono serviti per svolgere la fase di calcolo e deduttiva.
FASE
DI CALCOLO
La
fase di calcolo riportata si riferisce a quella fatta a Ponte De
Gasperi, a monte della città e a Ponte Garibaldi, a valle. I relativi
esperimenti effettuati sono serviti a confrontare i dati fisici
e chimici per scoprire eventuali alterazioni.
Per
primo è stato calcolato il tempo medio ricavato con le 5 prove
con gli oggetti galleggianti:
t1+t2+t3+t4+t5 22,10+24,56+22,30+26,43+25
tm
= ---------------------- = ------------------------------------------------
= 24,07 s ( 1
)
5 5
Successivamente è stato
calcolata la velocità dell’acqua del Sile ( altrimenti la velocità della
corrente ) con la formula: s 14,40
V
= ----- = --------- = 0,60 m/s (
2 )
t 24,07
N.B.
Nella formula ( 2 ) lo spazio s di 14,40 m è la misura della larghezza
del ponte.
Per
rilevare la portata sono state calcolate le aree parziali derivata
dalla figura 4 tenendo conto che si dovranno calcolare le
aree di due triangoli e tre trapezi. Il risultato finale, ovviamente, è stato
una buona approssimazione.
Il calcolo
ha avuto il seguente esito: A1
= 2,5 m2 A2 = 8,8 m2 A3
= 12,7 m2 A4 = 30,8 m2 A5
= 20,6 m2
Atot
= A1+A2+A3+A4+A5 = 2,5+8,8+12,7+30,8+20,6 = 75,4 m2
Con
un semplice esempio è stato ricavato il concetto di portata di
un fiume assimilando il fenomeno allo spostamento di una superficie
nello spazio per descrivere un volume ( vedi figura 6 ). L’ipotesi è stata
fatta per un fiume dalla sezione non complessa bensì un semplice
rettangolo che si muove con moto rettilineo.
Considerato
che la formula per calcolare il volume di un parallelepipedo è:
V
= Ab x h (
3 )
Sostituendo
nella formula i nostri valori si potrà ottenere, il valore approssimativo,
della portata P del Sile cioè il volume dell’acqua che passa
attraverso una sezione ogni secondo: P
= Atot x v = 75,4 x 0,60 = 45,24 m3 s (
4 )
A Ponte Garibaldi i calcoli
hanno dato i seguenti risultati: Velocità dell’acqua
v
= 0,71 m/s
Portata
del Sile
P
= 39 m3s
Ecco
le osservazioni al microscopio più interessanti:
FASE
DEDUTTIVA
I
ragazzi sono stati guidati verso esperienze indirette cercando
di comprendere perché il fiume Sile nasce proprio a Casacorba.
E’ stata
esaminata e riprodotta con un modellino, la struttura del sottosuolo
trevigiano ed è stata messa in evidenza la diversità degli strati
del terreno, argilloso e ghiaioso, e il diverso comportamento degli
stessi a contatto con l’acqua ( figura 7 ). Nei due vasi
della figura 7 sono stati preparati degli strati di argilla e ghiaia
con mescola di diversa percentuale ed è stata versata dell’acqua
in eguale quantità. E’ stato notato subito un diverso comportamento
della ghiaia che drena maggiormente l’acqua rispetto all’argilla
che non si lascia attraversare.
E’ stato
facile collegare i risultati di questo esperimento con la situazione
reale del sottosuolo dove l’acqua si raccoglie su strati
di argilla ad una certa profondità dopo aver attraversato degli
strati ghiaiosi; infatti, per circa una decina di chilometri dalle
Prealpi, il sottosuolo della pianura trevigiana ( vedi figura 3
) è costituito da ghiaia che favorisce l’infiltrazione delle
acqua piovane e delle acque del Piave.
Una
parte delle acqua del Piave, scorrendo su terreni ghiaiosi e quindi
permeabili, sprofondano andando ad alimentare la falda sotterranea
che genera i fiumi di risorgiva del trevigiano.
Si
osserva lo stesso fenomeno anche per il fiume Brenta e pare che
vi sia addirittura un collegamento diretto tra quest’ultimo
fiume e il Sile.
Perché l’acqua,
che si trova ad una certa profondità, viene spontaneamente alla
superficie formando la miriade di corsi d’acqua che caratterizzano
la provincia di Treviso?
La
risposta viene paragonando il sottosuolo ad una sorta di vasi comunicanti
( figura 8 ) e notando che l’acqua, inserita in questi vasi,
di diverso diametro, si dispone ad uno stesso livello; così pure
le acqua del sottosuolo che si infiltrano ad un livello alto, tendono
a riportarsi vallo steso livello quando si trovano in pianura e
cioè ad un livello più basso.
Esiste
anche una discarica artificiale della falda acquifera operata dalle
attività umane a scopi industriali e civili, con pozzi ed acquedotti.
Questo sfruttamento massiccio delle acque ha certamente alterato
il secolare equilibrio della ricarica e della discarica delle falde
provocando alcuni danni. Infatti le falde si comportano come dei
cuscini sostenendo il terreno soprastante. Quando sono prelevate
una quantità tale di acqua che un ritmo che non permette un’adeguata
ricarica, si verifica un abbassamento dello spessore della falda
con un conseguente sprofondamento del territorio. Un esempio di
questo errore ecologico si può costatarlo a Venezia dove il territorio
ha subito un notevole abbassamento provocato dall’impoverimento
della falda artesiana sfruttata a dismisura dal petrolchimico di
Porto Marghera. E’ un fenomeno sul quale occorre riflettere.
Concludendo
sono state confrontate le situazioni fisiche e chimiche del fiume
Sile a monte e a valle della città di Treviso:
il
Sile guadagna, tra il ponte in viale Orleans e il ponte Garibaldi
circa 10 cm/s; questo valore con è attendibile perché nel tratto
in questione insistono due centrali idroelettriche le cui paratoie
operano un certo freno;
le
caratteristiche chimiche del Sile non subiscono cambiamenti
radicali: le prove con le cartine al tornasole hanno sempre
dato reazioni alcaline, segno che il fiume è esente da inquinamento
industriale di tipo acido;
è stato
notato un certo inquinamento solido ( rifiuti vari ed erba
) ed una certa presenza di idrocarburi;
è stata
trovata traccia di vita, sia di tipo microscopico che macroscopico
( gasteropodi, protozoi, alghe ) nelle acque prelevate ( vedi
figure )
il
fiume è sfruttato nella città di Treviso da due centrali idroelettriche
a basso “ salto “ ( 2 m ) che utilizzano delle
turbine a pale regolabili di tipo Kaplan.
Il
fiume, da secoli, fornisce materia prima ed energia all’agricoltura,
ai mulini, alle fornaci e alle cave, alimenta la flora e
la fauna e favorisce il trasporto.
Questa
esperienza è stata soprattutto un momento educativo. Abbiamo appreso
che il rispetto per la natura è un’esigenza reale ed ineluttabile. Prof. Giovanni Lorenzi
P.S. Un
particolare ringraziamento va al Prof. Luigi Basso per la gentile
collaborazione nel riconoscimento e la catalogazione delle osservazioni
al microscopio.
Questo lavoro risale al 1987. |
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